La donna aveva commesso il delitto nel 2021. Ora l’accusa chiede 30 anni di reclusione.
Katalin Bradacs ha rapito suo figlio, lo ha portato in Italia e ha commesso un omicidio premeditato: questa è. la convinzione espressa dal sostituto procuratore Manuela Comodi, che ha richiesto una condanna a 30 anni di reclusione per la donna.
Una tragedia pianificata
La donna è accusata dell’omicidio di Alex, suo figlio di due anni, avvenuto il 1° ottobre 2021 a Città della Pieve (Perugia). Secondo l’accusa, la donna avrebbe pianificato ogni dettaglio. Dalla fuga dall’Ungheria con il bambino, che era stato affidato al padre dal tribunale, fino al taglio dei capelli per evitare di essere riconosciuta, nonostante avesse poche conoscenze in Italia.
Secondo la procura, i colpi inferti sul corpo della vittima indicano una violenza pianificata e non un impeto improvviso. Anche le fotografie del delitto inviate al figlio maggiorenne rimasto in Ungheria sono considerate prove per l’ipotesi della premeditazione. Avrebbe inviato foto della tragedia anche ad amici e parenti, sempre in Ungheria, il tutto mentre era chiedeva aiuto.
Parla il padre di Alex: un rapporto burrascoso
Il padre del bambino, Norbert Juhasz, accompagnato dall’avvocato Massimiliano Scaringella, ha testimoniato di fronte ai giudici, ricostruendo la turbolenta relazione con la donna. Litigi incessanti, una battaglia legale per ottenere la custodia del figlio e le minacce della donna di uccidere il bambino nel caso glielo avessero tolto. Tali minacce sono state espresse anche poco prima della tragedia.
L’ex compagno della donna aveva denunciato la cosa agli assistenti sociali. La donna era arrivata a dichiarare, in merito alla custodia del figlio: “Se lo affidate a lui, lo cospargo di benzina e gli do fuoco“. Juhasz racconta altri episodi con protagonista la donna, come pugni autoinflitti durante la gravidanza e l’abuso di farmaci, fino alla fuga in Italia.
La ricostruzione della tragedia
Il 1° ottobre 2021, la donna è entrata in un supermercato e ha posato il corpo del figlio sul nastro trasportatore delle casse, cercando aiuto. La sua prima versione del delitto, raccontata agli investigatori, parlava di un uomo nero che avrebbe accoltellato il piccolo Alex, seduto nel passeggino, mentre lei si allontanava per un breve istante.
Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso la madre da sola con il bambino mentre camminava lungo il sentiero che conduce alle rovine dove è avvenuto il delitto. La riprendono una seconda volta, sempre da sola, questa volta con il figlio tra le braccia, ferito e verosimilmente già senza vita, quando è arrivata al supermercato e ha posato il corpo sulla cassa.